C’è stato un passato glorioso in cui erano parte di corredi nobiliari, presenziavano a cene importanti, galà e feste comandate. Erano trattate letteralmente con i guanti, conservate con ogni cura dalla servitù.
C’è stato un tempo in cui custodivano preziosi tesori e inconfessabili segreti, poggiate su legni rari e pregevoli manifatture.
Erano posate d’argento, maniglie di ottone e serrature in stile.
Poi sono passate di moda, di famiglia in famiglia, di bisnonna in nipote, di soffitta in bancarella, fino a lui, Teddy, l’uomo che riporta a nuovo splendore i manici di vecchi cucchiaini, tramutando conchiglie, fiori e zampette in anelli, bracciali, pendenti. Splendidi, per non dire very cool. Gioielli con una storia e con un pizzico di ironia, che è sempre la forma di eleganza più difficile da imitare.
Per prima cosa raccontaci qualcosa di te, tipo: chi sei?
«Ho origini venete e un trascorso di mille lavori: dal grafico al geometra al disegnatore tecnico al barista fino a oggi, che sono Teddy Produzioni. Credo nel riciclo creativo che si può applicare a qualsiasi oggetto o cianfrusaglia destinata ad essere buttata.»
Come è nata la passione per i gioielli?
«Amo il lavoro manuale, mi piace ridare vita alle cose che le persone buttano o non usano più. Mi piace l’idea che la gente indossi gioielli ricavati da oggetti che un tempo avevano tutt’altra funzione.
Il gioiello è immediato: creo, vendo e vedo subito indossato.»
Dove ti rifornisci per quanto riguarda le materie prime?
«Mercatini dell’antiquariato, svuota cantine e clienti che mi portano le loro posate.»
Come nascono le tue idee? Fai dei bozzetti o crei sul momento?
«Creo sempre al momento, anche perché le posate sono sempre diverse in decori e misure quindi: prendo, scaldo il martello, piego, ripiego, taglio… et voilà!»
Dove si comprano i tuoi meravigliosi gioielli?
«Su facebook teddyproduzioni, sul sito teddyproduzioni.com e poi in giro per l’Italia, a festival, eventi e mercatini.»
Qual è la creazione che va più a ruba?
«Sono gli anelli ricavati dai manici di cucchiaini in argento. Il classico cucchiaino del servizio bello che non si può usare perché poi va pulito.»
Tu sei di Rovigo, giusto?
Come mai a Genova?
«Per amore, nel 2001. Ora l’amore è cambiato, ma è rimasto quello per Genova, la mia città.»
La tua Genova preferita?
«Il centro storico. Mi sembra di vivere ancora in un piccolo paese dove, per fortuna, il rapporto fra le persone è ancora vivo e sano e genuino.»
le posate sono stupende
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